Descrizione
Questo libro nasce dopo alcuni anni dall’ingresso del design della moda al Politecnico di Milano, come ambito di formazione e ricerca scientifica. Nasce quindi raccogliendo i frutti di un dibattito il cui obiettivo mirava a definire i caratteri identitari e distintivi di tale ingresso e il ruolo che una istituzione come il Politecnico di Milano può avere all’interno del settore.
La progettazione per la moda è rimasta per lungo tempo fuori dall’Università, delegata alla formazione privata postsecondaria o alle scuole secondarie. Del resto il design stesso sino all’inizio degli anni ’90, ovvero con grande ritardo rispetto agli altri paesi europei, non è stato parte della formazione universitaria. Questa storia recente non corrisponde tuttavia alla storia della progettazione per la moda in Italia: come nel caso di altri settori questa pratica nasce spontaneamente, nelle professioni e nelle imprese, già a partire dal secondo dopoguerra.
La storia italiana della moda si nutre dei medesimi caratteri che nello stesso periodo alimentano lo sviluppo economico e culturale del nostro paese: un sistema produttivo dinamico, flessibile, organizzato progressivamente in distretti produttivi e una cultura progettuale diffusa, “per tradizione”, come saper fare ma anche saper scegliere e utilizzare determinate categorie di prodotti. Prodotti che hanno a che fare con la cura della casa e della persona e che nel loro complesso diverranno in tempi più recenti i cosiddetti prodotti del made in Italy. Ma la moda ha anche, almeno, un’altra storia, quella dell’alta moda francese, che prende le mosse prima di quella italiana e che singolarmente ne rimane lo scenario di riferimento, come comune radice storica del settore. Solo in tempi piuttosto recenti la moda italiana inizia ad essere raccontata in modi nuovi, ripercorrendo un cammino che in verità si è emancipato da quelle radici molto presto e che presenta molte più similitudini con la storia del design di altri settori italiani, piuttosto che con la storia della moda francese. La moda italiana è innanzitutto fatta per lo più di prodotti industriali, e la progettazione per l’industria, che rappresenta una tipica vocazione professionale del nostro paese, è pratica assai distante dalla creazione di capi e oggetti unici. D’altro canto l’industria italiana ha anch’essa le sue specificità, produce innovazione ma al tempo stesso rimane ancorata a saperi tradizionali, in un continuo processo di riconfigurazione che trasferisce nei prodotti know how e valori stratificati nel tempo, che ne determinano l’assoluta specificità.
La peculiare relazione tra queste modalità di progettazione da un lato e di produzione dall’altro è lo snodo che determina l’emancipazione, nei fatti, del sistema italiano. L’analisi attenta delle radici storiche, dei processi e della struttura del settore, mette in luce, accanto all’autorialità creativa dello “stilista”, l’emergere di complesse e ricche “filiere del progetto”, il cui contributo non è facilmente disaggregabile nella singolarità degli apporti delle diverse figure. I modelli di relazione tra risorse progettuali e imprese moda sono oggi molteplici, come numerose sono le possibili leve sulle quali il design può operare per supportarne i processi di innovazione. Questa consapevolezza passa attraverso un diverso modo di concepire e comunicare la struttura del settore, innanzitutto attraverso una maggior chiarezza nell’identificarne le specificità e definirne le possibili vie di sviluppo.
Paola Bertola è professore associato in Disegno Industriale presso la Facoltà del Design del Politecnico di Milano.